Le 4 regole per sopravvivere all abbuffata del Natale

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Rinunciare alle mangiate in famiglia e con le persone care delle feste di Natale e Capodanno non si può, proprio no. Ma arrivare al 7 Gennaio più o meno nelle stesse condizioni del 23 Dicembre si può, certo che si può.
Per riuscire nell’impresa bisogna però organizzarsi. Ecco come fare per non svegliarsi il 7 Gennaio e doversi trovare dinnanzi ad una enorme montagna da scalare per ritornare ad un decente stato di forma. Quanto segue potrà apparire come un insieme di divieti e restrizioni, ma se riflettete è solo un modo per rilassarsi senza danneggiarci eccessivamente. Credeteci!
Dunque. Il 24-25 e 26 Dicembre sono per tradizione i tre giorni che prevedono appuntamenti alimentari molto impegnativi ma ai quali non ci si può sottrarre. Dopo questa fase natalizia, dovrebbero mancare in teoria il cenone dell’ultimo dell’anno e il consueto pranzo di Capodanno, a cui però assai di frequente segue sempre il pranzo dell’Epifania. Diciamo in chiusura.

Questo periodo di impegni alimentari a volte estenuanti non causano soltanto problematiche legate all’aumento del peso corporeo (soprattutto in riferimento al tessuto adiposo), ma rappresentano un elemento sicuramente non favorevole al nostro benessere per innalzamenti della pressione arteriosa, della glicemia e del colesterolo. Insomma, quando siamo lì mangiamo felici e sorridenti, ma il nostro corpo non gradisce assolutamente. Insomma, prima il godimento e poi il rodimento.
Per evitare di ritrovarci il 7 gennaio in un vero e proprio stato di intossicazione, oltre che di dipendenza a quelle quantità e qualità di cibi, dovremo cercare di seguire queste 4 regole.

La prima regola da osservare sarà quella di muovere il corpo prima di sedersi a tavola, e si sottolinea primaaaaaa: dovremo fare necessariamente una corsetta lenta di almeno 1 ora, una bella camminata prolungata a passo sostenuto di un paio d’ore oppure 1 allenamento misto e intenso per come siamo abituati. Ma perché prima vi chiederete.
Accade che quando si mangiano dolci e altre prelibatezze il livello di glicemia aumenta a dismisura, e l’organismo per regolarizzare questo stato è costretto ad un continuo e massiccio richiamo di un ormone chiamato insulina.
Questo ormone, di cui si parlerà diffusamente in uno dei prossimi articoli, viene rilasciato dal pancreas per stabilizzare i livelli di glicemia nel sangue, ma il suo frequente e abbondante richiamo facilita il trasporto di ciò che si è mangiato nei serbatoi di grasso. E non solo: lo stimolo continuo di insulina andrebbe a provocare una continua sensazione di fame, di pigrizia e debolezza, e in più, secondo recenti studi, sarebbe la causa di infiammazioni e riduzione delle difese immunitarie.
E allora cosa bisognerà fare per limitare la sua funzione da un lato vitale ma dall’altro deleteria? Dovremo muovere il nostro corpo prima di distendere le nostre gambe sotto le belle tavole imbandite: in questo modo almeno una buona parte delle leccornie fagocitate verranno trasportate dove c’è necessità, e cioè nei muscoli che hanno lavorato poco prima.
La seconda regola da rispettare sarà quella di non andare a dormire, a distenderci o a rimanere seduti subito dopo aver detto stop alle fatiche mascellari; rimanere in piedi per un’oretta consentirà al nostro organismo di effettuare le prime fatiche digestive nel migliore dei modi con tutto ciò che ne consegue a nostro favore.
La terza regola da rispettare sarà quella che una volta decretato fine alla battaglia dovrà essere un vero stop, non potremo gironzolare per casa alla ricerca ancora di dolcetti vari, panettoni, pandori, torroni e chi più ne ha più ne metta. Basta!
A questo punto arriviamo alla quarta regola.
Dopo esserci mangiati il “mondo”, perché voi vi mangerete il mondo, dovrete far trascorrere almeno 12-15 ore di digiuno assoluto caratterizzato soltanto da assunzione di acqua, tisane depurative, tè verde o da caffè per chi ne è abituato. Senza mai dolcificare! I liquidi abbondanti permetteranno di evitare l’insorgenza di emicranie durante le fasi successive, quando cioè il corpo sarà impegnato nella difficile digestione e ad un minimo di rivitalizzazione cellulare prima delle scorpacciate successive.
Andando a fare un esempio pratico: se termino di mangiare tutto ciò che desidero la sera della vigilia di Natale verso le 23, dovrò assolutamente rimanere a digiuno sino al pranzo di Natale del giorno dopo, bevendo liquidi non dolcificati a volontà. Buone feste a tutti!!

Alfredo Stecchi
Dottore di Ricerca in Scienza dello Sport
Nutritional Sport Consultant (Miur-Cnm)
Dottore in Scienze Motorie



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