Allenamento post corona virus con la mascherina

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Su una cosa sono sicuro: i prossimi veri ricchi saranno coloro che inventeranno la migliore mascherina con sistema ultra tecnologico in grado di limitare il livello di fastidio durante la fatica di chi praticherà sport nei prossimi mesi a venire.

E già, perché allenarsi con una mascherina sul viso potrebbe essere solo parzialmente attuabile in una condizione di estremo freddo, e in particolare all’aperto; ma con il caldo in arrivo la copertura di naso e bocca rappresenterà un livello di enorme ostacolo. Innanzitutto va detto che l’aumento della temperatura locale di gran parte del viso, oltre il grande fastidio, porterà ad una abbondante sudorazione e inumidimento della copertura. Sappiamo tutti che inspirando immettiamo ossigeno “puro” che attraverso la circolazione arteriosa viene ceduto a tutte le cellule del corpo per la loro vitalità. In particolare, i muscoli captano questo ossigeno indispensabile alla loro attività e cedono per via venosa, attraverso l’espirazione, il prodotto di scarto, e cioè la famosa anidride carbonica più altra acqua che va ad aggiungersi al già citato sudore della pelle.

Indossare una mascherina porta già di per se ad una riduzione sostanziale di ossigeno “puro” da inspirare, e una buona parte di aria da immettere nel corpo sarà proprio anidride carbonica. E’ facile intuire cosa accade con una mascherina bagnata, dove la percentuale di ossigeno verrà a ridursi ulteriormente. Come non è eccessivo immaginare che una situazione del genere possa portare facilmente a malori di vario genere con seguente rinuncia all’eventuale allenamento di trekking in primo luogo e di corsa come situazione successiva: la velocità di andatura infatti potrà consentire una maggiore ventilazione generale, sia per una maggiore assunzione di ossigeno, sia per una riduzione della temperatura locale causata dall’incremento della ventilazione. Ecco perché intravedo l’allenamento in bicicletta all’aria aperta come il sistema migliore fra tutti per praticare sport, a patto che lo si faccia nelle ore più fresche della giornata. Alternative? In primo luogo si assisterà di sicuro durante il training ad un frequente abbassamento della mascherina che significherà “estasi paradisiaca”, con ritorno all’inferno quando per l’avvicinarsi di qualche persona saremo obbligati a risollevarla. In secondo luogo, come si accennava all’inizio, sarà fondamentale la produzione di mascherine ultra tecnologiche, anche se ritengo che il sistema scientifico più idoneo renderà la sopportazione solo parziale. Tuttavia, anche in questo caso sarà un discorso di adattamento alla fastidiosa e difficile novità, e dopo le prime volte risulterà sicuramente meno problematico. Penso infatti ad alcuni atleti che hanno imparato a convivere con questi ostacoli, come gli schermidori e soprattutto i piloti di auto chiuse che affrontano abitualmente problematiche legate al caldo torrido e alla precaria respirazione.

E l’allenamento in palestra? Non soffermandomi su tutte le caratteristiche necessarie per sopperire alle restrizioni, per tutto quanto già detto non credo che sia favorevole attuare allenamenti aerobici prevalentemente cardiovascolari. Viceversa ritengo che il training con mascherina sarà attuabile con allenamenti prevalentemente muscolari caratterizzati da abbondanti tempi di recupero, in locali con temperature non superiori ai 18-20 gradi, congiuntamente all’impegno per il miglioramento della flessibilità e della mobilità articolare.


Alfredo Stecchi
Dottore di Ricerca in Scienza dello Sport
Nutritional Sport Consultant (Miur-Cnm)
Dottore in Scienze Motorie



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