Sport Competitivo
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Centro di Preparazione fisica Piloti
A Roma il primo centro d’eccellenza in Italia che si occupa solo di piloti, della loro preparazione fisico-atletica, della loro alimentazione e dei test di valutazione. Ogni pilota vedrà migliorare i propri livelli di resistenza, di reattività e concentrazione, di sopportazione delle alte temperature, di riduzione della fatica nervosa e fisica delle fasi finali. Tutti i dolori muscolari e articolari non saranno più un tormento.
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Concezione
Il termine sport implica per definizione il concetto di competizione. Chi gioca
a tennis o a calcetto con amici 1-2 volte alla settimana non pratica dello sport
ma fa semplicemente dell’attività fisica per hobby. Lo sport comincia a definirsi
tale nel momento in cui ad un evento di carattere competitivo (con frequenza settimanale,
bisettimanale, mensile, stagionale, annuale, ecc.) si accompagnano sistematicamente
almeno 2-3 sedute di allenamento settimanali. In una ipotetica suddivisione, partendo
da un livello dilettantistico (o del settore giovanile) in cui si verificano appunto
almeno 2-3 allenamenti settimanali, si passa ad un livello semiprofessionistico
per poi giungere allo sport di tipo professionistico. La preparazione fisica viene
abbinata ormai (in misura maggiore o minore) in tutte le discipline sportive e si
prefigge lo scopo di migliorare la prestazione.
Prestazioni
Il miglioramento della prestazione è chiaramente finalizzato al raggiungimento di
un determinato stato di forma che possa rendere l’atleta competitivo. Molto importante
è indubbiamente il risultato, ma ancora più importante è sicuramente l’impegno psico-fisico
che si riesce ad esprimere durante la gara: si può anche perdere ma bisogna farlo
con dignità cercando in poche parole di dare sempre il massimo di se stessi sia
fisicamente, sia tecnicamente che psicologicamente. L’importante non è più “partecipare”
ma “impegnarsi più che si può”. A livelli superiori poi, l’importante è soltanto
“vincere”.
Competizione
Purtroppo, tranne che in rari casi isolati, la cultura della sconfitta viene trattata
in modo molto superficiale, per cui se non si vince si vale poco, dimenticando che
solo tramite le sconfitte si può giungere alle vittorie: i più grandi atleti possiedono
sicuramente doti fisiche e talentuose fuori dalla norma, ma nel contempo hanno avuto
allenatori e preparatori atletici che li hanno aiutati a crescere in tutti i sensi.
La competizione come discorso analizzato isolatamente contiene aspetti molto positivi
e importanti nell’ambito della formazione di una persona, ma è lampante che la realtà
dello sport professionistico abbia messo in evidenza negli ultimi decenni esigenze
strettamente legate al business che devono tenere in considerazione di fattori come
lo spettacolo e di conseguenza del miglioramento della performance. Le solite considerazioni
retoriche e moralistiche basate su cognizioni pseudo-pedagogiche non fanno altro
che condannare ad occhi chiusi questa realtà, dimenticando che la storia è zeppa
di culture che hanno scelto di dare grande importanza alle emozioni legate allo
spettacolo sportivo, alla prestazione competitiva e alla mitizzazione di pochi.
Sta di fatto che ci troviamo in un’epoca sotto questo aspetto davvero selettiva,
dove il vero campione deve essere più in gamba nel gestire le pressioni di carattere
psicologico piuttosto che mettere in mostra le proprie qualità tecniche e fisiche.
E’ invece fondamentale conoscere quello che può esserci alle spalle delle grandi
prestazioni a livello di sacrifici, rinunce e impegni.
Qualità e Quantità
In tutto questo contesto l’allenamento fisico atletico ricopre un ruolo fondamentale
e viene considerato come mezzo per gareggiare nelle migliori condizioni possibili:
il momento competitivo viene così ad identificarsi con la qualità e la quantità
di allenamento svolto. In poche parole gareggi per come ti alleni.Raggiunta la maturazione
osteo-muscolo-articolare e di tutti gli apparati che partecipano attivamente all’attività
sportiva, la preparazione fisica di un atleta dopo aver avuto negli anni precedenti
un’impostazione di tipo “generale”, diventa prevalentemente di tipo “specifico”
e “speciale”, non dovrà cioè discostarsi eccessivamente da quelle che sono le caratteristiche
e le esigenze della gara. Il principio della specificità trova a questo punto un
ruolo da protagonista nell’ottica della preparazione atletica moderna: in questo
modo infatti si è riusciti ad ottimizzare i tempi e i volumi degli allenamenti scegliendo
così le esercitazioni realmente utili e scartando quelle inutili. Lo scopo è quello
di creare muscoli “intelligenti”, impostati al tipo di compito specifico che dovranno
ripetutamente affrontare e che agiscano con il minimo dispendio energetico per lo
svolgimento dei compiti ai quali sono chiamati. La preparazione di tipo generale
viene così relegata alle fasi che anticipano la stagione agonistica o ai brevi periodi
di richiamo durante la stagione stessa.
Allenamento del futuro
In ogni caso si è ormai certi che l’allenamento del futuro, pur rispettando le considerazioni
di specificità legate alle azioni della gara, debba sempre più essere interpretata
in termini di movimenti globali e sempre meno segmentari, dove il miglioramento
della coordinazione intermuscolare deve essere considerato di primaria importanza
congiuntamente al principio di azione-controllo. Tutto questo non solo in un ottica
di miglioramento della performance ma anche da un punto di vista preventivo. E’
indiscutibile infatti che i traumi di natura osteo-muscolo-articolare sono frequentemente
frutto di squilibri muscolari e che la preparazione fisica dovrà incaricarsi di
prevenire, o quanto meno di gestirli in modo razionale per evitare le conseguenze
più gravi.
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